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“The Way”: il ritorno dei Buzzcocks

Ci sono due scelte per chi fa musica da quasi 40 anni attraversando epoche e mode musicali: rinnovarsi cercando nel tempo strade musicali diverse, o rimanere fedeli a sé stessi e ai fan. I Buzzcocks ancora oggi scelgono questa strada. Il loro ultimo album “The Way”, uscito a novembre dell’anno appena concluso, rappresenta questa scelta.
Hanno bisogno di poche presentazioni, sono semplicemente i padri fondatori del pop punk insieme ai Ramones, nonché uno dei gruppi guida della prima ondata punk inglese. I nostri eroi di Manchester decidono però di trattare temi inusuali rispetto alla scena di riferimento. I Clash erano i più politicizzati, i Sex Pistols parlavano di anarchia e autodistruzione, i Jam della società e della cultura della working class inglese di fine anni ’70. I Buzzcocks scelgono il disagio adolescenziale, la droga e il sesso, il loro primo singolo si chiama Orgasm Addict. I “Beatles del punk”, aiutati anche dalla voce melodica del cantante Peter Shelley e da una sezione ritmica pulita e ben eseguita, gettano le basi per quello che sarà chiamato pop punk. Gruppi come Green Day, Offspring e Blink-182 devono il loro successo anche a loro. L’influenza sui gruppi avvenire è tale che ancora oggi l’ultimo lavoro di un gruppo che compie 40 anni, sembra attuale. Il tutto ritornando al suono originale, dopo deviazioni dovute a scioglimenti e cambi di formazione.

Dopo il primo scioglimento nel 1981 e la fine del loro periodo di massimo splendore, Shelley da solista ritorna al suo antico amore per l’elettronica, collaborando con il cantante della formazione originale dei Buzzcocks Howard Devoto. Tra reunion e scioglimenti vari l’elettronica tornerà in altri lavori del gruppo, sperimentando sonorità post-punk come nel precedente album del 2006 “Flat-Pack Philosophy”. In questo senso “The Way” è musicalmente un ritorno al passato, affrontando però tematiche moderne come il paradossale isolamento nel mondo dei social network, con lo stesso cinismo con cui una volta parlavano di amori adolescenziali e orgasmi. Non si sono evoluti musicalmente? Non importa né a loro né probabilmente agli ascoltatori affezionati, che siano giovani o meno.
L’apertura del disco è affidata a Keep On Believing, forse il brano che più di tutti riporta in vita lo stile dei primi Buzzcocks.

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