Pop Up Me

Thegiornalisti. Un’intervista sincera per raccontare il Nuovo Album.

Malpensa Terminal 2, sto andando a Londra e il mio aereo è in ritardo, per fortuna ho il mio portatile a portata di mano e posso ripensare e riascoltare quello che ci siamo detti io e Tommaso dei TheGiornalisti qualche giorno fa. Il gruppo mi piace molto e il nuovo album “Completamente Sold Out” è un disco prodotto con metodo e che non ha una canzone fuori posto. Ogni canzone è al centro del progetto, c’è un’unità compositiva e di concetto che lo rendono veramente credibile. Bravi.

Sapete cosa funziona dei TheGiornalisti? La capacità di superare gli stereotipi, la totale accettazione della parola “Pop” e la semplicità con cui rendono fruibili le loro canzoni.

L’album è un concentrato di idee, espresse volutamente nel modo più diretto e semplice possibile, Tommaso in questo album si spoglia di tutte le metafore, non usa inutili parole che potrebbero servire a spiegare un concetto; usa solo le più dirette, quelle strettamente necessarie. Il disco sarà seguito da un Tour che toccherà le principali città italiane: il 17 Novembre Milano all’Alcatraz, data che si preannuncia piena di emozioni dato l’amore che i milanesi mostrano verso il gruppo romano, e continuerà a Torino, Bologna, Firenze, Pozzuoli e Roma (che è stata annunciata Sold Out).

Questa stessa intervista è stata possibile grazie agli amici di The Eyes Fashion, è già stata pubblicata sul loro sito, ma occupandoci unicamente di musica abbiamo ritenuto corretto condividerla anche noi.

Le collaborazioni Young Music Writers e Eyes Fashion non iniziano in questa sede e non finiranno qui, per cui, senza perderci in troppi proclami auto celebrativi incominciamo con le domande e con le risposte.

La situazione era molto rilassata e Tommaso aspettava l’inizio del servizio fotografico, ci credete?

Foto di Alessandro Levati

Foto di Alessandro Levati

Il disco è bello, è centrato ed ha una sua forma sia estetica che contenutistica che reputo davvero forte..
Grazie, partiamo bene, mi fa veramente piacere.

Vorrei parlare dei momenti che hanno caratterizzato il disco, delle sensazioni che ti hanno accompagnato durante la creazione di questi brani: La prima caratteristica che mi viene in mente è che il disco è notturno, solare nei contenuti ma notturno nella stesura, arrivi a casa e cosa racconti?
Il disco è molto notturno hai ragione, ci sono momenti in cui mi emoziono molto, sono un sentimentale, mi capita di piangere anche al cinema per una commedia, ho la lacrima facile. Avendo la valvola un po’ spanata delle sensazioni spesso godo molto da un lato ma dall’altro soffro, soffro fisicamente molto. Questa cosa cerco di tradurla in canzoni, ma parte tutto da una gioia vissuta ed incontrollata.

Ti parte dalla pancia?
In realtà è un brivido di tutto il corpo, dalle gambe alla pancia. Sono sensazioni naturali che vengono scritte.

È possibile che questo essere così spontanei nelle canzoni intercetti delle persone che si rivedono molto in quello che fai, dall’andare in giro di notte al vedere il mondo in un’altra prospettiva. La notte, scusami l’ossimoro, ti illumina le risposte?
Certo, è così in più il discorso è legato alle persone: ci sono delle persone che hanno un potere su di me incredibile, passo dallo stare male a non avere nessun problema, mi passa tutto, tutto. Nessuna ansia, nessun mal di testa, mi viene voglia di uscire e di andare a scoprire qualcosa.

Vasco (Rossi) lo sento tanto nel disco, mi sbaglio? correggimi se sbaglio, la batteria di “Guarda dove vai” in Disperato, c’è altro?
Questa ti dico la verità non lo so, però Vasco c’è senza dubbio, in abbiamo messo la tromba di Giocala, la citazione è completa, è letterale proprio.

Il rapporto con ragazzi di altre regioni e dagli stili di vita differenti ti aiuta? Ti “vedo” molto romano come appartenenza artistica. Ti senti parte di un gruppo di artisti provenienti dalla tua città?
Non lo so, la magia si crea quando incontro persone che hanno abitudini diverse dalla mia. Con le persone romane ho meno possibilità di creare qualcosa di magico attraverso di dialoghi, siamo molto “settati”; invece quando sono a Milano loro sono attratti da me e dal mio accento, e io lo stesso, si crea un vortice di energia molto bello. È un momento veramente bello.

La scrittura ti aiuta a mettere giù queste sensazioni?
La scrittura è l’unica cosa che conta in questo senso.

Con Matteo (“C-loop Cantaluppi” ndr.) che rapporto avete? È un rapporto artista produttore o c’è qualcosa di più?
Con Matteo abbiamo un rapporto che purtroppo sta andando oltre l’artistico, e questo non è sempre un bene, ci siamo trovati talmente bene e ci emozioniamo troppo insieme, non lo vedo come una figura distaccata. Abbiamo una stima reciproca ed un feeling incredibile.

Dal punto di vista artistico avete delegato molto a lui?
Abbiamo lavorato di squadra, lui io e Marco, abbiamo lavorato molto.

La sintesi è forse uno dei punti cardini di tutto quello che hai scritto in Completamente, Sold Out. Non è così?
È così, una delle mie canzoni preferite proprio a livello di testi è “Fatto di Te” perché è proprio questo. “Sto bene solo quando faccio sport, sto bene solo quando è sabato, sto bene solo quando arrivi tu, sto male solo quando te ne vai tu”, è Prima Elementare ma è il giornalismo puro. La prosa più diretta, nessuna secondaria. Magari non potrò fare tutti i dischi così anche perché davvero rischi di distruggerti, ma per scrivere questo disco ho cercato di spingermi oltre anche con le sensazioni. FuoriCampo era più armonioso, meno dionisiaco. Se fuoricampo è apollineo, il nuovo è dionisiaco.

Grazie Tommaso.
Grazie, grazie a te. Grazie di non avermi chiesto di spiegarti le canzoni, se te le spiego poi la gente non ci può più volare.

 

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