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“Lo Sbirro, la Liceale, il Maniaco”: il cinema di genere secondo gli Strato’s

 

In principio ci fu la passione per un gruppo di musicisti parmigiani per il cosiddetto  “cinema di genere” italiano: dai poliziotteschi tanto amati da Quentin Tarantino come Milano Calibro 9 e Roma A Mano Armata, alle commedie sexy con attrici conturbanti come Edwige Fenech, Nadia Cassini, Gloria Guida. Senza dimenticare la comicità dal gusto amaro dei primi Fantozzi e gli angoscianti ed efferatissimi horror/thriller di Mario Bava, Dario Argento e Lucio Fulci. Un variegato mosaico di influenze di cinema pop italiano spesso snobbato dalla critica per i contenuti scabrosi e la recitazione dei personaggi volutamente “sopra le righe”; ma d’altra parte la critica snob non potè aver nulla da ridire sulle colonne sonore di molti di questi film, veri capolavori che spaziavano dal funky jazz al prog rock, in cui si cimentavano compositori e band più o meno famose. Il premio Oscar Ennio Morricone, Luis Bacalov, Riz Ortolani, Piero Piccioni, Franco Micalizzi, gli Osanna, i Goblin, i New Trolls: una schiera di musicisti da far invidia a tutto il mondo. Dopo un concerto dei Calibro 35, l’ormai celebre gruppo di Enrico Gabrielli (ex Afterhours) precursore di questo variegato stile musicale profondamente influenzato dal cinema,  Leonardo Barbieri (chitarra elettrica/acustica 12 corde), Marco Mainardi (basso), Luca Cristofori (percussioni/kazoo), Davide Sandrini (batteria) e Emanuele Nidi (organo elettrico/pianoforte/string machine), sulle ali dell’entusiasmo, pongono le basi per il progetto Strato’s. Un nome che rimanda immediatamente agli anni ’70 in Italia, un decennio in cui in mezzo alle tensioni sociali proliferava la creatività in ogni ambito: la Stratos infatti, in particolare il suo prototipo denonimato Prototipo Zero, fu una macchina dalla linea avveniristica disegnata dalla carrozzeria Bertone per la Lancia. A questi musicisti parmigiani di età compresa tra i 23 e i 30 anni non mancava certo il talento, dato che già da molto tempo suonavano in vari gruppi locali di generi che spaziavano dal blues all’heavy metal. Mancava solo qualcuno che potesse credere nel loro progetto: è a questo punto che entra in gioco l’etichetta Retro Vox Records di Carlo Izzo che, entusiasta dell’estetica e delle sonorità proposte dalla band, li porta in studio per iniziare la registrazione di quello che diventerà il loro album d’esordio Lo sbirro, la liceale, il maniaco.

La cover dell’album.

Gli Strato’s avevano già avuto la possibilità di esibirsi dal vivo in alcune occasioni, tra cui in apertura nella data parmigiana proprio dei Calibro 35, eseguendo svariate cover tra cui una strepitosa interpretazione del Fantozzi Innamorato di Franco BixioFabio Frizzi Vince Tempera e uno dei primi loro pezzi originali, Western Metropolitano. La liceale, lo sbirro, il maniaco esce il 18 novembre 2016 in versione digitale su Bandcamp e su vinile rosso in edizione limitata: la copertina dell’album, realizzata dall’artista Matteo Xulli, reinterpreta in chiave più moderna lo stile delle meravigliose locandine dei film dell’epoca. Lo stesso giorno hanno l’occasione di aprire il leggendario Claudio Simonetti durante la tappa parmigiana della sua tournèe, basata sulla colonna sonora dei Goblin del capolavoro horror Suspiria di Dario Argento, eseguita dal vivo durante la proiezione. Gli Strato’s si destreggiano sul palco da veri professionisti scaldando a dovere il pubblico e ricevendo i complimenti da Simonetti, che li battezza come la migliore band con cui ha condiviso il palco durante il suo lunghissimo tour: un complimento non da poco, poichè pronunciato da uno degli artisti più poliedrici della storia della musica italiana, capace di destreggiarsi con classe dal prog rock fino ad arrivare alla disco music.

Ma ora arriviamo all’album: un vero gioiello dal sapore retrò che tuttavia non si limita ad un seppur piacevolissimo citazionismo, ma risulta frizzante e innovativo. L’opera si divide in tre parti dedicate ai rispettivi personaggi citati nel titolo e ogni parte è composta da tre canzoni sullo stesso stile musicale; alcuni brani sono introdotti da spezzoni di film originali e troviamo addirittura, come collegamento da un brano all’altro, un delizioso jingle della pubblicità della birra Peroni degli anni ’70.

LO SBIRRO

-1 La Soffiata (con intro tratto dal film Roma A Mano Armata di Umberto Lenzi)

-2 Western Metropolitano

-3 Irruzione A Monteverde

I brani sono contraddisti da un energico funky rock, perfetto accompagnamento per rocamboleschi inseguimenti e violente sparatorie in compagnia di attori strepitosi del calibro di Tomas Milian, Maurizio Merli, Gastone Moschin e Luc Merenda.

LA LICEALE

-1 Aperitivo (con intro tratto dal film …a tutte le auto della polizia…  e conclusione con uno spot della Peroni)

-2 Un goffo pretendente

-3 Rossella (con la voce di Rossella Finardi)

Due brani dall’atmosfera sensuale e dalle sonorità quasi lounge alla maniera delle commedie sexy e un terzo brano, Un goffo pretendente, spassoso ma con una leggera vena malinconica, che rimanda all’universo fantozziano o ad alcuni film con Renato Pozzetto.

IL MANIACO

1-Chipsiomega (con intro del thriller Solamente Nero di Antonio Bido)

2-Delirio Paranoide

3-Titoli di Coda

La parte più cupa del disco, influenzata dai film dei maestri del thriller psicologico e dell’horror come Dario Argento e Lucio Fulci. Un prog rock in puro stile Goblin che affascina ed inquieta. Il titolo del brano Chipsiomega è un chiaro tributo a Profondo Rosso, la cui colonna sonora fu composta dal compositore Giorgio Gaslini ed eseguita dai Goblin: Chipsiomega era infatti il titolo provvisorio dato da Dario Argento alla sceneggiatura del film.

La “spaziale” locandina, disegnata da Alessandro Canu, dell’evento in cui gli Strato’s aprirono i Calibro 35.

Ora non vi resta che ascoltare questo grande disco degli Strato’s, un gruppo che affonda le radici nel passato ma non risulta mai banale e scontato e porta nuova linfa vitale ad un movimento culturale troppo spesso sottovalutato. Qualcuno potrà definirli dei cloni dei Calibro 35: niente di più sbagliato. La loro intepretazione del cinema di genere è molto più intima: sono capaci di risvegliare vecchie emozioni a coloro che quei film li videro al cinema da ragazzini e allo stesso tempo di coinvolgere chi li sta scoprendo solo ora.

 

 

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