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Ronson e Mars Riportano in Vita il Funk

Primeggia da settimane nell’Uk Charts e da gennaio nelle classifiche statunitensi. Nel singolo Uptown Funk l’ispirazione alla black music e al funk di fine anni ’70 è evidente. Anche il video riporta alla Hollywood di quegli anni in maniera divertente e volutamente stereotipata. Eppure, nonostante i forti riferimenti al passato, il video oggi spopola in rete e il pezzo è un enorme successo di pubblico. Questo soprattutto grazie alla collaborazione di due artisti che negli ultimi anni non hanno sbagliato un colpo.
Il primo, Bruno Mars, negli ultimi anni ha collezionato un successo dopo l’altro, qualcuno lo indica addirittura come l’erede di Michael Jackson per stile, timbro vocale e versatilità di generi. Il suo primo singolo del 2010 Just the Way You Are, ottiene il primo posto nelle classifiche americane e l’anno successivo è il singolo più venduto a livello mondiale. Il primo album “Doo-Woops & Hooligans” mostra (a partire dal titolo) l’eclettismo di Bruno Mars, che qui mischia rock, reggae e R&B contemporaneo.

Il secondo ad aver contribuito alla stesura di Uptown Funk, è un nome noto da quasi 20 anni nel mercato discografico inglese e mondiale. Mark Ronson, come artista e produttore musicale ha sempre unito con sapienza rock a hip-hop e funk, facendo anche lui, come Bruno Mars, della versatilità il suo punto di forza. Anche grazie a questo ha collaborato con molti nomi noti come Nikka Costa, Mos Def, Sean Paul e Duran Duran. Ha collaborato nientemeno che con “Little Stevie” Stevie Wonder in occasione dell’intro e della chiusura dell’album appena uscito “Uptown Special”. Curato e prodotto dallo stesso Ronson, è un compendio della musica nera degli ultimi decenni che ha già registrato un ottimo successo di vendite. Come pezzo di punta è stata inserita proprio la trascinante Uptown Funk, sicuramente il brano più movimentato dell’intero album.
Ballabile, facilmente vendibile, ma comunque fedele al progetto di recupero di “Uptown Special”, il pezzo racchiude anzi in sé l’intenzione dell’intero album. Fiati che richiamano i fasti Motown, riff ripetitivi e basso da vecchio funk, percussioni sintetiche anni’80 e voce da Michael Jackson, un cocktail nostalgico che dimostra che se fatta (e confezionata) bene, anche la vecchia musica può conquistare il mercato.

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