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“Musicista, internet ti dà la possibilità di essere te stesso”. L’intervista a Marco Montemagno

A prima vista, il “musicista purista” che segue YMW potrà pensare che questa intervista si allontani da quelle che sono le linee guida del sito, e affronti temi che sono esterni al panorama musicale. Ebbene, vi farò una confessione: Sì, non si parla di musica direttamente, non si parlerà di note e non si parlerà di come entrare in levare con le chitarre. Quando mi è stata fornita l’opportunità di scambiare qualche parola con Marco Montemagno, mi è sembrato legittimo propormi per portare il suo sapere all’interno di un ambito che è prettamente nostro, quello della musica. In occasione dell’uscita del suo nuovo video ha dato spazio a numerosi giornali e blog per far emergere i caratteri più importanti dell’elaborato e abbiamo deciso di sfruttare l’occasione per regalare a musicisti ed addetti ai lavori un punto di vista nuovo sul nostro panorama.

Per chi non lo sapesse Marco Montemagno, noto all’internet per la sua capigliatura alla Robert Smith dei Cure, è un esperto di comunicazione, digital ed innovazione in genere, che dopo aver passato degli anni a SkyTg24 (non faccio tutta la bio perché non mi sembra il caso) ha deciso di aprire un proprio canale, prettamente a stampo video, nel quale parla dei vari temi legati al mondo dei digital ed al modo in cui possono rivelarsi utili, anzi direi fondamentali per portare a galla le proprie competenze e farsi conoscere ad un grande pubblico.

Come si affaccia tutto questo con la musica? Nel 2017 è necessario pensare che un artista e nel nostro caso un musicista debba sfruttare le possibilità che offre il web. Tutto ciò non dev’essere visto come un impedimento e un obbligo, deve essere visto ed inteso come un’opportunità per esprimere la propria arte.

Let’s Go!

Partiamo subito dal punto. Marco, per quanto ti riguarda, è così diverso essere un musicista o un avvocato o un pittore, se si vuole usare internet per portare beneficio al proprio business?
Internet è una grandissima opportunità, ti permette di produrre ottime cose, di qualunque tipo, puoi essere un pittore od un musicista o quello che preferisci. Ho visto di recente La La Land: è un film molto particolare e molto carino, ed il tema è questo: “Tu puoi essere appassionato e puoi essere bravissimo a produrre qualche cosa, il problema è che se non riesci a comunicarlo e non riesci a monetizzarlo, resta un Hobby“. È perfetto se tu vuoi che resti tale, ma internet regala la possibilità di monetizzare quello che fai. Internet per me è stata una scoperta fondamentale. Io non sono un “commerciale” quindi ho la mia parte per così dire artistica su Facebook, esattamente come potrebbe essere quella di un musicista, e internet dà la possibilità di farti comunicare con il mondo e quindi ti permette di vendere il tuo prodotto o il tuo servizio senza che tu debba essere per forza capace a vendere.
Non c’è bisogno della “Fame di vendere“, quella che non piace soprattutto ai musicisti. Numero 1: Internet è un enorme aiuto; ora mi chiederai giustamente: “come si fa?”. Se io facessi il musicista, come prima cosa mi leggerei “La teoria dei mille true Fan” di Kevin Kelly, che è un grande classico, ha qualche anno ormai, ma anche oggi attuale e vero.  Ci sono inoltre due cose distinte, un conto è se tu hai intenzione di diventare il Bruno Mars o la Lady Gaga della musica, allora beh “good Luck“. Se tu invece hai intenzione di vivere, lavorando nell’ambito che ti appartiene, allora internet può essere la soluzione. I numeri che devi fare non sono enormi, sono Mille persone che ti danno 100 euro all’anno. Quel budget ti permette di essere te stesso, permette di viverci e di investire per migliorare quello che fai .

Io ti chiedo, come faccio a spiegare ad un ragazzo che è abituato a prendere 80 euro in nero (quando ci sono), e magari durante il giorno ha necessità di fare a fare tutt’altro per campare, che internet può essere davvero la soluzione? Se hai qualità, una videocamera ed un microfono tutti possono raggiungerti, non trovi?
È esattamente così. Io quando ho iniziato a SkyTg24 a fare televisione, ai tempi iniziavo a fare anche dei video prodotti per il web, il primo video che ho messo online è stato fatto nel 2004. La cosa che mi colpisce è che una “spallare” (telecamera a spalla ndr) costava 40/60 milioni, non era pensabile per un essere normale  fare un video, era solo riservato alla grande élite. Oggi come oggi è possibile, ho visto persone raggiungere un numero enorme di utenti  con dei video semplicissimi fatti con il cellulare, l’esempio è Tai Lopez ed il suo video del garage. Non serve fare cose enormi; al posto di inventare robe pazzesche, ogni giorno fai, documenta, registra, metti fuori in modo che il mondo possa sapere quello che stai facendo. Stai provando? Fallo sapere al mondo, metti in mostra le tue difficoltà e crea materiale per una community che è probabile che apprezzi il lavoro che fai. Il mio libro non è il mio business principale, io non sono un autore, ho iniziato facendo video per due anni e non ho chiesto una lira. Mi sono preso un po’ di tempo e poi ho provato a chiedere se eventualmente questo libro potesse interessare. La richiesta ha avuto un ottimo riscontro e abbiamo deciso di pubblicarlo.

Continuiamo a sentir dire che il mondo della musica è arrivato ad una fase di stallo, una fase dove tutto sembra esser stato già fatto e visto, pensi che le nuove tecnologie quali Realtà Virtuale o Realtà aumentata, possano aiutare il mondo della musica dal punto di vista creativo?
La musica è qualcosa di enorme, è un momento straordinario perché non si è mai ascoltata tanta musica nella storia dell’uomo. Sta ad ogni artista e ad ogni organizzazione cercare di essere dinamici ed immaginarsi quel qualcosa che possa dare qualcosa in più all’arte, ad esempio con la realtà aumentata o tutte le varie tecnologie che danno spazio alla creazione di musica ad hoc con sincronizzazioni ad esempio tra i due mondi: questa è ovviamente la parte creativa e artistica. Dal punto di vista delle possibilità invece ti racconto una cosa. Quando uscì Napster ( semplificando per i meno esperti, uno dei primi servizi per scaricare musica da internet ndr) ai tempi, fu un grande scandalo e mi venne chiesto di commentare. Mi sono trovato anche a fare un manifesto sul peertopeer e la mia posizione da tecnico era quella di evidenziare il fatto che si trattasse di una tecnologia che non si poteva estirpare, era il futuro e spesso chiedevo se non fosse stato il caso di sfruttarla. Il mondo cambiava e un ragazzino a cui per anni era stato chiesto di pagare per ascoltare la musica, con Napster poteva ascoltarla gratuitamente. Sono sicuro che creando altri contenuti unici si sarebbe potuto immaginare un nuovo mercato. È la stessa cosa che è successa con il mio libro: il mio libro è dichiaratamente una raccolta dei miei video in forma scritta, possono essere utilizzati gratuitamente, ma le persone preferiscono comprarlo e dare al mio editore 17 euro perché si portano a casa un oggetto fisico, reale. Da questo punto di vista ogni nuova tecnologia può essere implementata nella musica per creare qualcosa di unico.

Ora Marco ti elenco delle parole, immaginatele riferite ad un musicista e tu se ti senti in grado, puoi darmi un valore di importanza da 1 a 10.
Pronto!

La Passione:
Domanda sibillina, se consideriamo la passione, nel caso “segui la tua passione”, allora in quel caso ti dico 3 perché a mio modo di vedere la competenza viene prima, segui la tua competenza e poi la passione nasce da questo. Se invece deve passare il fatto che sei appassionato rispetto a quello che fai allora ti dico 10.

I contatti:
I contatti sono molto importanti, fondamentali. Nel senso che in ambito promozionale è necessario crearsi e aggiornare i propri contatti quindi di dico 10. Se invece parliamo di contatti “aumm aumm” giusto per trarre favori, allora ti dico 0, non è il mio campo”

La dedizione e il lavoro quotidiano.
10, anzi 12. 50.

Saper prevedere il futuro:
2, come dice Sergey Brin (Fondatore di Google ndr) piuttosto che preoccuparti di qualcosa che è lontano e inafferrabile conviene fare qualcosa che hai a portata di mano. “Control what you can Control”. Ovviamente bisogna avere una comprensione su come va il mondo, ma l’importante è andare.

Grazie Marco

Grazie a voi a presto ed in bocca al lupo per i vostri progetti!

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