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Ben Howard Live @ Gasometer, Wien

Prima trasferta estera di YMW, a Vienna per seguire il concerto di Ben Howard presso il Gasometro.

Il concerto inizia presto, alle otto della sera, puntualissimo sale sul palco il gruppo spalla, o meglio, l’artista spalla, Jack Garratt (qui la sua pagina Facebook). Molto giovane, suona contemporaneamente chitarra, batteria elettronica, tastiera e canta con una voce soul, calda. Immaginatevi uno di quei pezzi super sperimentali di Justin Timberlake quando è in buona: ecco, Jack è quello, un ottimo soul elettronico, e in più fa tutto da solo. Dategli un ascolto, il suo ultimo singolo si chiama “The Love You Are Given”.

Nel frattempo si fanno le ventuno, il palco si svuota, il pubblico rumoreggia. Entrano Ben Howard e i suoi fedeli quattro musicisti; sul palco sono soli coi loro strumenti, dietro enormi schermi a led trasmettono immagini o riprese live di particolari delle mani o del volto di Howard.

Sarà un concerto incentratissimo sull’ultimo album uscito ad Ottobre, anche se appena si accenna a qualche riff dell’album d’esordio il pubblico esplode, tanto che lui stesso ci fa dell’ironia nel suo inglese strettissimo (se non capite i testi delle canzoni al primo ascolto, non preoccupatevi, parla così anche normalmente).
Tra il primo e il secondo album c’è un abisso di differenza: il primo, “Every Kingdom“, è molto più acustico, chitarra e voce la fanno da padrone, in “I Forget Where We Were“, Howard sembra essere attratto più dai riverberi e dagli effetti elettronici, che legano le canzoni l’una all’altra come un fil rouge.

Si parte subito con “Conrad”, uno dei primi singoli usciti, seguito dal resto dell’album, intervallato solo da scrosci di applausi e parole centellinate.

Non si può dire che Ben Howard non sia un ottimo chitarrista, ce lo dimostra in “In Dreams” dove il suo finger-picking raggiunge vette virtuosistiche. Anche dal vivo suona e canta impeccabilmente: banalmente potremmo dire che sembra un disco, ma con il trasporto e la trasmissione di energia che riesce a dare solo un esecuzione dal vivo.

Passiamo per i cantatissimi singoli “I Forget Where We Were” e” The End of the Affair”, entrambe sul tema dell’amore finito, o comunque in stallo, con accordi ti prendono il cuore e non lo mollano più. Chi è sul palco è conscio della propria tendenza a temi non propriamente allegri , tanto che l’unica canzone che annuncia in tutto il concerto è “She Treats Me Well” con poche parole, che bastano però a far trasparire una certa auto-ironia: “Ehm…now I’m going to sing the happy one”.

Rimane a me ancora un mistero come mai durante gli a-solo di chitarra, Howard dia le spalle al pubblico: forse problemi di amplificazione? Non vuole attirare attenzione su di lui? Cavo troppo corto? Deve guardare gli altri musicisti? Non si sa, fatto sta che non la cosa non è stata molto gradita, o comunque non è di grande effetto scenico.

Arriviamo verso la fine, non può non accontentare il pubblico con una, a mio parere, delle sue canzoni più riuscite, “The Fear”, parole splendide, sfere di poesia che si schiudono attorno ad una melodia semplice, che si ripete fino ad aprirsi, come in una mezza confessione, per poi andarsi a richiudere in un riff breve, gentile, profondo, che ti entra nell’anima.

Il concerto finisce, ma non può mancare l’encore, con due pezzi del primo album, perfetti per farti tornare in albergo con un groppo alla gola non indifferente, ma con la consapevolezza che il viaggio fino a Vienna è valso pianamente la pena, perchè anche dal vivo Ben Howard si conferma un artista completo e con un percorso artistico ben definito che, nel corso degli anni e degli album, ha capito su cosa puntare e cosa lasciarsi alle spalle, rinnovandosi ma non tradendo la fiducia dei fan della prima ora.

 

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