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Tre Allegri Ragazzi Morti, piccolo elogio post Live.

Siamo ancora abbastanza vicini a Natale, lasciate che io sfoghi il sentimentalismo che c’è in me: questa più che essere una recensione vera e propria è un piccolo elogio ad un gruppo che volenti o nolenti sono 20 anni che calca i palchi di tutta Italia.
I Tre Allegri Ragazzi Morti o più comodamente TARM, riempiono locali e palazzetti raccontandoci le storie della loro piccola città lassù in Friuli, Pordenone.
Come avrete capito sono di parte: dopo anni che li rincorrevo, finalmente sono riuscita a sentirli live all’Alcatraz, e nonostante Toffolo, front man dal costume yetico non ci sappia particolarmente fare con la chitarra, e la sua voce non sia delle più precise o pulite, il mio cuore era comunque pieno di festa e di amore.

I ragazzi con la maschera sanno parlare al loro pubblico tramite testi semplici, senza troppi concetti elaborati e con parole dirette e precise: uno dei loro pezzi più riusciti viene letteralmente gridato dai fan fino a perdere la voce, “Il Mondo Prima”, raccoglie quei piccoli particolari insignificanti che solo gli occhi dell’amore ci riescono a fare vedere “Era bello il cielo d’inverno, come i tuoi denti.”

La serata inizia coi Sick Tamburo, altra band di Pordenone (non a caso il tour si chiama Pordenone Spacca). Gli ex-in-stallo Prozac+ si lanciano in questo riuscito progetto parallelo caratterizzato da passamontagna tirati sul viso, ritmi ossessivi e parole martellanti. Convinta totalmente dalla profonda voce di Mr.Man, rimango spiazzata da Miss Understanding, tecnica ineccepibile ma la sua voce suona molto stridula, quasi irritante. Un pezzo su tutti da sentire e risentire è “Il fiore per te”, primo singolo del loro nuovo album.

L’esibizione dei TARM invece, è stata un susseguirsi di grandi pezzi del gruppo, spesso riarrangiati o nella versione dub (ricordiamoci la pubblicazione del bellissimo album “Primitivi del Futuro” in versione dub). Tra i più cantati troviamo “Codalunga”, “Voglio” (pezzaccio di ben dieci anni fa), “La Faccia della Luna”. Ritroviamo anche Mr.Man dei Sick Tamburo con “Prova a star con me un altro inverno a Pordenone” e “Betty Tossica” amarcord dei Prozac.

Tra una canzone e l’altra, Toffolo diletta il suo pubblico con battute e sketch dal sapore retrò: cita alle folle Ettore Petrolini (certo, non so quanti abbiano afferrato la citazione, ma non importa) attore e comico vissuto ai primi del Novecento, e il suo pezzo su Nerone (lo potete trovare qui) trascinando il pubblico in una ilare serie di “Bravo! Grazie!” per poi partire col delicato primo encore acustico.
Il concerto si conclude con versioni super soft e carezzevoli di “La tatuata bella”, “Mai come voi” e la sempreverde “La Ballata delle ossa”.

Saranno pure due decenni che cantano di quell’incredibile spettacolo della vita e della morte, ma io non mi stancherei mai di sentirne parlare.

La vita è crudele ma non l’ho inventata io: l’articolo è finito!

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