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ALL’INIZIO DEL VOYAGE DELLA CAROVANA STONER

Brucia e scioglie quel blocco di ghiaccio che porta il più delle persone a pensare che i migliori album appartengano alla storia; a decenni in cui il rock rimbalzava potente nelle orecchie del mondo.

 

Entreranno nell’olimpo della musica? Si vedrà in futuro; intanto come esordienti danno speranza per un domani migliore per la discografia. Loro sono i The Vintage Caravan.

I tre componenti della band di Reykjavík, Óskar Logi Ágústsson (chitarra e voce), Guđjón Reynisson (batteria) e Alexander Örn Númason (basso), iniziano a suonare insieme nel 2006 all’età di dodici anni.

Tra Luglio e Agosto 2012 registrano il loro primo e, si spera non unico album: Voyage.

Solo nel 2014 l’album viene pubblicato oltre le frontiere islandesi grazie alla Nuclear Blast, casa discografica tedesca metal, che ha fatto cambiare l’immagine della copertina in una cover più accattivante.

Chitarra aggressiva e potente come il migliore Hard Rock, strutture irregolari e cambi repentini di ritmo come vuole la Progressive, spazi con sonorità che riportano a una Psichedelia fine anni ’60 primi anni ’70 e tutto questo fa da contorno a una voce calda e melodica di Óskar Logi.

La Carovana ci trasporta nel suo Voyage superando pezzi duri come Craving, Let Me Be, M.A.R.S.W.A.T.T. e con toni acuti si arriva a Midnight Meditation; si culla nella ballata malinconica Do You Remember, ondeggia poi nel ritmo Rock ‘N Roll di Cocaine Sally,  per scivolare nella psichedelia di canzoni come Expand Your Mind e Psychedelic Mushroom Man, andando ancora più giù nell’estesa follia progressiva di Winterland e The King’s Voyage.

Il freddo polare si percepisce in ogni traccia, ma il muro di ghiaccio si assottiglia avvicinando le sonorità di una volta a quelle più moderne, e questo album è l’esempio perfetto di un mix di elementi ben assortiti, senza essere estremo o esagerato, lasciando al gruppo caratteristiche musicali Stoner Rock proprie, in un viaggio che speriamo non si fermi al primo album e continui contro il blocco di ghiaccio dei nostalgici.

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