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The Hateful 8, la Recensione della Colonna Sonora

the-hateful-eight-a-quad-poster-1024x768.jpgCerco sempre di prestare attenzione alla musica mentre guardo lo schermo al cinema. Questo non perché poi possa andare a casa e scrivere qualche articolo, ma ho scoperto che focalizzare l’attenzione sulla musica ti permette di stabilire se quello che vedi non ti stia mascherando quello che senti. Nel senso che alcune scene sono così epiche che probabilmente bastano da sole a stupirti e la musica passa in secondo piano. Si può ogni tanto interrogarsi su quanto un approccio musicale diverso modificherebbe la percezione della scena che si sta guardando. Inoltre è importante che questa attività venga svolta la prima volta che si vede qualcosa per non essere influenzati dal fatto di conoscere ed essere familiari con il soggetto in questione. Tutto questo non vuol dire non godersi un bel film!! Anzi, molto spesso si può apprezzare mille volte di più un passaggio afferrando anche queste sfumature.

La musica ha il potere di trasmetterci cose che ne il video ne i dialoghi possono.
Non voglio affermare che i quali non sia in grado di descrivere emozioni come paura, gioia o orrore ma esiste una sottile differenza. Nella vita vera la musica non c’è! Eppure, per qualche magico motivo, possiamo facilmente associare un intervallo di tritono con: “sta per arrivare uno squalo!” Il che è una figata pazzesca!

Nella produzione di un film vi sono 4 figure importanti: lo scrittore, il regista, lo sceneggiatore e il compositore. Costoro lavorano assieme alla realizzazione dello scheletro dell’opera e infatti in Italia costituiscono i soggetti su cui ricade il diritto d’autore per il film.
La cosa interessante è che in ogni scena le scelte prese da queste 4 figure riflettono il messaggio che si vuole mandare, nel senso che tutti e 4 lavorano per comunicare la stessa cosa.
Processi artistici e meccanici si mescolano dando vita all’insieme di percezioni che colpiscono gli spettatori in sala.
Quando il lavoro di tutti è coeso il cinema ci trasmette emozioni forti.

Ma ora parliamo del Film!
La prima scena di “The Hateful Eight” è una ripresa quasi statica di un crocifisso in mezzo ad un campo di neve mentre i titoli di testa vanno e vengono.
Questa scena, che sarà durata 3 minuti, è accompagnata dal lavoro del maestro Ennio Morricone. Io mi sono esaltato tantissimo! Vi giuro, sono bastati quei 3 minuti e già provavo tante sensazioni che poi ho riscontrato durante lo svolgersi della storia. Esempi come questo rappresentano proprio il concetto di musica che ci comunica quello che video e dialoghi non possono.

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Le riprese della prima scena

Il film è descritto come un mix tra horror, giallo e western.
Se analizziamo come ci viene presentato il tema (che potete ascoltare con il link qui sotto) troviamo 3 componenti principali:
– Le Percussioni semplici, profonde e pulsanti. Decisamente stile “Buono, brutto e cattivo”. Qualcosa tipo tamburi dei nativi. –> Western
– Gli Archi suonano questo accordo acuto infinito. Molto comune nelle scene di tensione –> Horror
– Gli Ottoni con questo suono scurissimo, quasi distorto e saturato. Tengono la una melodia molto serpeggiante. Hey, qualcosa sta arrivando! –> Giallo

 

Il tocco in più è un bel piatto di batteria che tiene il ritmo e il passo. Questa scelta da un timbro fresco e moderno a tutto il brano.
Ecco qui! Già dalla musica sappiamo che tipo di film dobbiamo aspettarci e che la storia si sviscererà con qualcosa ad attenderci! Nessuno ha parlato, non si è visto neanche mezzo personaggio eppure sappiamo tantissimo.

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Tarantino and Morricone in studio

Con il passare degli anni, il medium che usa l’arte per comunicare cambia e si aggiorna. L’essenza di essa invece non muta mai. Arte vuol dire comunicare e farci provare sensazioni. La capacità di stare al passo con i tempi è chiave per un grande compositore come Morricone.
Questa sua opera è sia classica e ben inquadrata che moderna e accattivante.
All’età di 87 anni il maestro non si smentisce e continua a contribuire alla storia del cinema come ha sempre fatto, definendo addirittura le timbriche utilizzate ancora oggi per generi come il western.
Speriamo vinca l’oscar di fine Febbraio.
Dobbiamo essere tutti molto orgogliosi che l’Italia sia rappresentata da persone come lui nel mondo.

Se non l’avete già letto c’è una storia divertente riguardo alla chitarra usata in una delle scene.
http://www.ilpost.it/2016/02/06/the-hateful-eight-chitarra/

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