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“I Want My MTV”: Ascesa E Declino Di Un Canale Cult

“I want my MTV”. Questa frase fu il simbolo di una generazione a partire dal 1° di agosto del 1981, giorno di lancio del canale MTV (acronimo di Music Television) fino ai primi anni del 2000. Ma ora perché questa espressione non è più attuale? Come mai i giovani cresciuti con la musica di questo network se ne stanno allontanando? Basta sintonizzarsi sull’ottavo canale del digitale terrestre e guardare la programmazione: programmi trash come “16 Anni e Incinta”, “Jersey Shore” (ah no…scusate! Ora c’è Acapulco Shore…a quando un Abbiategrasso Shore?), ogni tanto qualche film e serie tv appena accettabili: ma dov’è finita la musica? Certo non siamo più negli anni ottanta, tutti guardano i videoclip su YouTube e sempre meno giovani seguono la televisione, ma rimane comunque un peccato che un canale simbolo della cosiddetta Generazione X (menzionato anche nel romanzo d’esordio di Bret Easton Ellis Meno Di Zero) sia caduto così in basso. Certo, ci sono i canali tematici (anche se in onda sulle pay tv) e da poco anche il canale MTV Music sul digitale terrestre: ma non è più la stessa cosa.

I "tamarrissimi" protagonisti del reality show Jersey Shore.

I “tamarrissimi” protagonisti del reality show Jersey Shore.

Ormai gli appassionati si sono allontanati dallo storico network e questo per colpa di scelte sciagurate nella programmazione che hanno messo la musica in secondo piano e a poco a poco l’hanno eliminata completamente.

Ma furono la musica e i videoclip che permisero l’immediato successo della rete fin dalla sua apparizione nell’agosto del 1981 che si aprì con un filmato del lancio dello Space Shuttle seguito dall’epica frase “Ladies and gentleman, rock and roll!”.

Nacque fin da subito la figura del VJ (video jockey), termine che fu coniato da un gioco di parole sulla sigla DJ.

Il primo videoclip trasmesso in assoluto fu ironicamente Video Killed The Radio Star dei The Buggles.

Il videoclip non era certo una novità:era già stato utilizzato, soprattutto dai Beatles, a partire dagli anni ’60 ma era un’esclusiva per pochissimi artisti già celebri e con grandi disponibilità economiche.

La trasmissione massiccia di questi video musicali permise a vari musicisti di ottenere un immediato successo grazie anche al lavoro di geniali registi come Russell Mulcahy (direttore del già citato video dei The Buggles) che in seguito approdò anche nel mondo del cinema, o grazie a registi già famosi sul grande schermo che si cimentarono in questa nuova sfida (Martin Scorsese con il video di Bad di Michael Jackson ad esempio).

Gruppi della corrente new wave come Duran Duran, Blondie, The Cars e Ultravox, heavy metal come Mötley Crüe, Van Halen Guns N’Roses e Def Leppard e dive del pop e della disco come Madonna, Cindy Lauper e Donna Summer non avrebbero certo avuto lo stesso seguito senza MTV.

Non mancavano neanche artisti rock più classici: da formazioni leggendarie come gli Who e i Rolling Stones ai più recenti ma non meno importanti Queen e Dire Straits.

Fu proprio una canzone dei Dire Straits, l’immortale Money For Nothing contenuta nell’album Brothers In Arms, a esprimere una delle prime critiche alla rete televisiva.

Il titolo della canzone e alcuni parti del testo fanno riferimento ai gruppi che basavano il loro successo più sull’immagine da rockstar che conducevano una vita dissoluta che alla musica in sé. Il brano infatti sembra proprio riferirsi in particolare ai Mötley Crüe che, nonostante fossero comunque abili musicisti, riscuotevano grande successo soprattutto grazie ai loro videoclip spesso audaci ed eccessivi.

Alla realizzazione del brano partecipò anche l’ex leader dei Police Sting cantando il motto “I want my MTV” nella parte introduttiva e in quella finale.

Nel 1984 vennero trasmessi per la prima volta gli MTV Video Music Awards dove venivano premiati i video di maggior successo divisi per diverse categorie: questo evento rimane tuttora uno dei più seguiti e fra i pochi spettacoli rimasti ancora strettamente legati alla musica.

Nel 1987 nacque l’edizione europea del canale trasmessa inizialmente solo via satellite, ma in seguito anche via cavo.

Nei primi anni novanta MTV cominciò a dare grande importanza al rock alternativo, trasmettendo videoclip di band appartenenti soprattutto alla corrente grunge quali i Nirvana, i Pearl Jam e i Soundgarden a cui seguì l’ondata dei gruppi britpop capitanata dagli Oasis e i Blur e ad altri gruppi ancora più di nicchia come gli Smashing Pumpkins, i Cranberries e i Radiohead.

Sul finire del decennio invece trovarono sempre più spazio gruppi punk rock come Offspring, Green Day e i più commerciali Blink 182.

Con il processo di regionalizzazione del network, si arrivò nel 1997 alla nascita dell’edizione italiana di MTV che divenne subito il canale di culto tra i ragazzi nati tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta.

Oltre ai videoclip, molti ricordano con grande nostalgia programmi come Total Request Live che veniva trasmesso in diretta dagli studi di Piazza Duomo a Milano e ospitava ad ogni puntata i musicisti più in voga del momento.

Indimenticabili anche i cartoni animati, rivolti ad un target di adolescenti e giovani adulti, tra i quali spiccavano per i temi e dialoghi irriverenti Beavis And Butthead, Daria e Celebrity Deathmatch.

Ora che sono arrivato alla fine di questo breve e nostalgico viaggio nell’epoca d’oro del canale musicale per eccellenza, ritorno a guardarmi un videoclip su YouTube, per la precisione lo spassoso e nostalgico brano college rock 1985 dei Bowling For Soup che nel testo fa riferimento a quando “su MTV c’era ancora la musica”.

E con la remota speranza che MTV ritorni ad essere almeno in minima parte un canale dedicato soprattutto alla musica (i prossimi MTV Europe Music Awards a Milano possono essere una buona occasione), lasciatemi dire per l’ultima volta “I WANT MY MTV”!

 

 

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