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Sanremo, Quando Lo Share Non Basta…

Ho seguito il Festival nonostante non rappresenti appieno il mio credo di musica ideale, l’ho seguito nonostante un pregiudizio un po’ limitante che peró talvolta sembra necessario. Sono sincero, faccio parte di quella schiera di utenti medi e pessimisti che, anche se inizialmente non lo ammettono, seguono Sanremo per trovare qualcosa che non vada. Sono cinico e poco poetico lo so, ma non mi sembra di avere tutti i torti. Il festival è, o almeno dovrebbe essere “Il Festival della Canzone italiana” e noi ci dovremmo oltremodo preoccupare poichè di canzoni degne di nota quest’anno ce ne sono state davvero poche.
Testi? Beh, non si può parlare certo di evoluzione, non si può parlare di testi impegnati e non possiamo parlare di ricercatezza contenutistica. Si cari ascoltatori/lettori potremmo definirli leggeri o semplicemente “sanremesi”: la parola amore e il tema amoroso (neanche troppo cavalleresco a dir la verità) sono ricorrenti in quasi tutte le canzoni. Ho provato a raccogliere a fattor parziale e il risultato è stato: Amore (Il Volo + Chiara + Lorenzo Fragola + Masini + Nesli + Annalisa + Nina Zilli + Malika Ayane + Nek + Anna Tatangelo) peccato che non si semplifichi nulla, non tutto ma qualcosa si dovrebbe semplificare per far in modo che il risultato sia giusto.
Cosa ti aspetti da Sanremo direte voi… mi aspetto che ogni tanto cambi qualcosina, non dico per tutte le canzoni, ma che non ci siano solo tre canzoni che puntano a parlare di qualcosa di diverso. Reputai, lo scorso anno veramente interessante la canzone di Cristiano De Andrè rivolta al padre Fabrizio ma venne eliminata subito o meglio scartata prima ancora di incominciare.
Canzoni e testi a mio modo di vedere interessanti sono quelli di Grignani, Di Michele – Coruzzi e Nina Zilli e Nek (mai fuori luogo e mai banale) e Alex Britti che porta una canzone difficile (forse vocalmente non adatta a lui) ma musicalmente interessante, gli altri putroppo non mi sono parsi degni di nota, ed è forse colpa di un uso spropositato di metafore e che francamente troppe volte, non hanno senso di esistere se non per arricchire un testo di poco conto.
Metafore amate tanto da Kekko dei Modà (Autore di tre testi), utilizzate in maniera smisurata e fuori luogo. Non necessitano di particolare attenzione anche il Leader dei Modà se sembra aver un rapporto particolare con le grandi forze naturali: acqua (“gocce di Pioggia”), aria (“ossigeno che arriva dritto al cuore” dopo un bacio) per Annalisa, acqua (“sorridere alla pioggia” – “goccia nelle braccia”), aria (“morire in un tuo bacio senza respirare” – “vento che si dondola”), luce (“della luna”)  e Fuoco (“Paure bruciare dentro il sole”) per Anna Tatangelo.
I testi non sono tutto in una canzone è vero, ma non c’è stata una canzone che a mio avviso verrà ricordata come canzone del Festival 2015, peccato.
È ormai in atto, forse ormai è definito il rovesciamento del rapporto canzone/interprete: non vince più la canzone ma vince Il Volo. Sì perchè poco importa se la canzone si chiama…”Grande Amore” (che caso eh) ciò che resta è che abbiano vinto i Tre tenori. Sfido chiunque a definire “Grande amore” una bella canzone, testo da adolescente o da terza età alla domenica che sfrutta in maniera molto intelligente l’utilizzo del crescendo che rende forte e d’impatto il brano unito alla voce dei tre portatori del Bel Canto che tanto piacciono fuori Italia e non solo. Bravi a cantare nessuno dice niente, però sarà anche il caso di rinnovarsi un pochino, Pavarotti non deve essere per forza ripreso e i Tre Tenori (quelli veri) erano altri.
Fabian Perez 1967 - Three Tenors Tutt'Art@
Sono polemico e lamentoso ma come farei a non esserlo? Provo ad argomentare e finisco sempre a parlare male di qualcosa. Non è così per l’Orchestra che fa sembrare belle anche canzoni “Medie”. È sempre un piacere sentirla e vederla attivamente all’opera. Sicuramente meglio degli anni ’80 nei quali si cantava su basi registrate e lo spettacolo ne risentiva a tutti gli effetti.
Passiamo alle Classifiche perchè quello interessa alla fine, i NUMERI.
Share dell’ultima serata 54%, complimenti perchè Carlo Conti ultimamente sembra Re Mida non il Ghigliottinaio di RAI 1. Festival semplice non volgare (finamente) e senza ospiti troppo importanti che avrebbero oscurato la musica. Se c’è una cosa che mi è piaciuta di questa edizione è che si sia parlato di Musica, qualità discutibile certo ma non siamo finiti a parlare di Farfalle e già questo può essere un passo per ripartire.
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Partiamo dalla giuria esperti Malika Ayane, Nek, Grignani, Il Volo, Nina Zilli.
Poi tutti gli altri, tranne i Dear Jack che non sono stati votati da nessun esperto eppure in classifica sono Settimi.  C’è questa percentuale del 10% che mi urta, perchè se è così importante il televoto non c’è altro motivo per cui debba essere tenuto in conto il voto di esperti. Tanti “Teen Idol” hanno ricevuto un grosso aiuto del pubblico e questo non può essere un caso.

Appena nato il televoto io rubavo il cellulare alla mamma e scrivevo il messaggino per inviare il nome del preferito, ora a 8 anni tutti hanno uno Smartphone quindi quattro voti ai beniamini è un attimo inviarli. Non parlo di Call Center addetti a votare a schiera per un cantante o associazioni di dubbio valore che spingono per un artista eh! Non sia mai pensar Male! Eppure non sarebbe la prima volta che il cosiddetto televoto viene “Taroccato”; ma che ci sia una forte influenza di qualche Sponsor questo posso dirlo o se non posso dirlo posso pensarlo.

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Se proprio non riusciamo ad organizzare un programma libero da questi inutili giochini di favori e aiutini almeno rinnoviamolo qualitativamente. Basterebbe portare giovani che non abbiano grandi aiuti da grossi “stati” e sono sicuro che la qualità si alzerebbe… forse non lo Share…
Ps: Dopo la figuraccia di Emma all’Eurofestival ipotizzo che a meno di “Formiche atomiche canterine” Il Volo vinca il Festival europeo.
Nota doverosa a fondo articolo perchè al live di Grignani nella serata delle cover io mi sono emozionato. Sarà che la canzone era particolarmente “nelle sue corde” ma nonostante il suo stile un po’ trasandato e tecnicamente poco “fine” l’ho trovata più vera di tante esibizioni statiche e senza anima.
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