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Duo Bucolico, l’Arte di Saper Raccontare il Surreale

Può sembrare semplice raccontare una storia di fantasia, unire mondi inventati e strani personaggi, ma non è così. Non basta dire le prime cose che vengono in mente, come si potrebbe pensare, soprattutto se unisci l’immaginazione alla capacità di prendere in giro le fisse e le manie dei nostri tempi. Il Duo Bucolico però lo sa fare. La maggior parte dei pezzi sono voce, chitarra e al massimo tastiera che accompagnano rime baciate a ritmo in levare. Per ritmo allegro e per importanza data ai testi elegantemente irriverenti, le suggestioni d’ascolto sono il più delle volte quelle da sagra o da osteria.
Infatti è in questi contesti che i cantautori romagnoli Antonio Ramberti e Daniele Maggioli si uniscono in un duo “bucolico” appunto, quando nel 2003 si incontrano e cominciano subito a scrivere a quattro mani. Dal 2005 (in primavera fanno 10 anni di attività) cominciano a esibirsi in piazze e osterie ma anche in club e teatri, costruendosi nel giro di pochi anni un ampio repertorio. Repertorio che dal 2008 comincia ad essere raccolto e tradotto nel loro primo album, “Cantautorato Illogico”.
Nel frattempo continuano le esibizioni e i nostri due affinano il linguaggio comico e lo spirito “clownesco”, accennato nel primo album e preponderante nei successivi lavori. Dopo “Colonnello Mustafà” (2009) che apre con Siamo Bucolici, una sorta di canzone manifesto eseguita a tempo di valzer, nel 2011 il duo raggiunge la maturità musicale con “Bucolicesimo”, non solo per i testi che continuano ad essere un totale sberleffo alla logica, ma anche perché le sonorità cominciano a diventare più complesse. Aiutati da una nuova orchestra di “adepti” al bucolicesimo, il Duo Bucolico spazia dal liscio (La Banda dei Minatori), al reggae (Tempi d’Oro) ed esplorano persino la techno con Caro Magis.

Passando per “La Beba” il loro quarto lavoro, si arriva all’aprile dell’anno scorso, quando esce “Furia Ludica”. Qui Ramberti e Maggioli affinano la loro fantasia e la capacità raccontare mondi nuovi, pieni di personaggi strampalati. Fanno praticamente tutto e il contrario di tutto. In Mangialamusica, dichiarano il loro totale amore per la musica, di cui si “nutrono” accompagnati da un orecchiabile motivo campionato tipo videogame. Delirano sulle problematiche di avere un cane (e di essere un cane) in La Bega dei Cani, esplorano il rap con Artigiani e mischiano storia italiana con la fiaba, raccontando le vicende di Ermete Trimegisto, il nano partigiano.
Insomma si è capito, vivamente consigliati a chi ama viaggiare allegramente con la testa, in bilico tra gioco e follia pura.

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