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Il Racconto: Chet Faker live @Fabrique Milano

4 Novembre 2014.

Milano, Fabrique.

Ore 19:00, le porte si aprono e piano piano la gente inizia ad entrare. I primi posti davanti al palco vengono occupati col passare dei minuti, e io mi sono guadagnata una buona seconda fila.

Aspetto di sentire chi aprirà il concerto, e tra una chiacchera e l’altra si fanno le 21:00.

Sale sul palco Vaghe Stelle.

Le luci si spengono, lui non parla e inizia subito a suonare. Musica lenta e a tratti veloce, da ascoltare, bassi pesanti che senti il corpo vibrare.

Sembrava musica di un altro pianeta e mi è più facile associarla al suo nome.

Sarò sincera, non lo conoscevo, ma è stato comunque una gradita sorpresa, sicuramente adatta per preparare la pista.

Si interrompe una sola volta, e quando arrivano le 22:00 esce, lasciando spazio ai fonici e ai tecnici che avrebbero preparato il palco per Chet Faker, alias Nicholas Murphy . Minuti interminabili!

C’è la musica in sottofondo e quando si spegne si spengono anche le luci. E’ ora! Fa il suo ingresso sorridente e con la sua bella camicia bianca oversize. Ci saluta, due parole di ringraziamento e si posiziona dietro alla console, dando il via alla sua performance mista a dj set e ricreando una perfetta connessione tra musica elettronica e musica soul.

Il concerto è sicuramente incentrato sulla presentazione del suo nuovo cd “Built on Glass”; primo pezzo “Blush”, seguita da “1998”. Nonostante l’album sia uscito solo sei mesi fa, ogni parola viene intonata dal pubblico.

Tornano un po’ indietro nel tempo prosegue con “I’m into you”, “Terms and conditions”, “Cigarettes and Chocolate “, “No diggity” e “Drop the Game”. Inutile dire che queste ultime due hanno  fatto impazzire il pubblico, me compresa. Un bellissimo salto nel passato.

Incredibile il modo in cui sta sul palco, si dondola a tempo di musica facendosi letteralmente trascinare; è in trance e questo mi cattura. Si affaccia sopra le nostre teste e ci incita a cantare (scontati i cori sulle basi di “Drop the game” e “No diggity”); ma la cosa che percepisco di più è la gratitudine che vuole trasmetterci quando ci parla tra una canzone e l’altra.

Una ragazza, nel bel mezzo di un discorso, urla: “How are you?” , lui si interrompe per risponderle sorpreso: “Oh I’m fine! Thanks for asking!”.

Insomma, uno di noi!

Subito riparte con “To me”, “Cigarettes and Loneliness”, “Gold”, “Love and Feeling” e grande chiusura con “Talk is cheap” in acustica, solo piano. Penso che ognuno di noi si aspettasse quest’ultima, o almeno io fino all’ultimo ci ho sperato, e quando è arrivata si è portata dietro brividi da vendere, e un po’ di tristezza nel sapere che sarebbe stata The last One.

Ottima location, bella atmosfera e grande artista.

Se dovessi descrivere nel complesso questo concerto, in due parole lo definirei profondo ed elegante.

Felice di averne fatto parte.

 

 

 

 

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